domenica 14 marzo 2010

IL MONDO E' LORO


E’ una criminalità sommersa quella di Giarre tra ricatti ed estorsioni che non risparmiano nessuno. Commercianti grandi e piccoli rimangono imprigionati nella morsa del racket, sostenendo i gruppi malavitosi con cifre che variano tra le mille e le 15 mila euro al mese. Sullo sfondo la metamorfosi dei sodalizi criminali che gestiscono il territorio da un lato il gruppo santapaoliano che fa riferimento a Brunetto ridotto ad una sparuta minoranza. E i pochi rimasti ancora in giro si occupano della gestione delle piccole estorsioni, piccole risorse che consentono di restare a galla in una città ormai “governata” da due grossi gruppi criminali: i Cappello e i Mussi. Gli affiliati nel triangolo Giarre, Mascali e Riposto, sarebbero oltre un centinaio e le loro specialità spaziano tra le estorsioni e la gestione del traffico della droga ma anche degli scippi compiuti in città dalla manovalanza e cioè giovanissimi spregiudicati, al soldo dei gruppi criminali che gestiscono i traffici illeciti. Le estorsioni sono il pane quotidiano. Nel mirino i piccoli negozi che assicurano cifre mensili che variano tra le 300 e le 500 euro mensili alle imprese e megastore che corrispondono alle organizzazioni criminali anche fino a 15 mila euro. E nella logica del potere criminale pagano tutti, adeguandosi ai nuovi equilibri, già chi pagava al gruppo santapaoliano acese adesso, per garantirsi l’incolumità gira i propri quattrini anche al gruppo emergente dei Mussi. Mascali continua ad avere il suo gruppo logistico specializzato nei furti d’auto con i cavalli di ritorno con prezzi che variano tra le 500 e le mille euro; analoghi i prezzi attuati a Giarre con una regia a Macchia; a Riposto c’è invece chi controlla le estorsioni senza disdegnare l’usura, un fenomeno sommerso e che trova compiacenze in settori insospettabili. A Giarre lo smercio della droga continua ad essere una delle fonti più redditizie per le organizzazioni criminali. E se prima piazza Carmine era il crocevia, gli stupefacenti ora si trovano con facilità nei bar, paninoteche e nella zona residenziale di via Veneto.

Mario Previtera

mercoledì 3 marzo 2010

A PROPOSITO DI MASCALI


Di una cosa siamo fieri. Abbiamo rotto il silenzio. E forse toccato anche il tasto giusto. Al punto da portare allo scoperto persino un famoso ambientalista che, oggi, scopriamo, fare parte del Circolo Italia dei Valori di Mascali, e che in una nota ciclostilata parla di predica. Caro amico, noi siamo abituati ad andare avanti con la schiena dritta scrivendo fatti circostanziati, senza paure o limiti, ma, nel pieno rispetto delle regole deontologiche. Il sig. ambientalista, grande frequentatore del Municipio mascalese e notoriamente impegnato a denunciare le malefatte delle amministrazioni (stranamente difende quella di Monforte&Susinni) sconosce le regole del giornalismo. Qualcuno dovrebbe spiegargli (può chiedere eventualmente a Di Pietro) che, gli addetti stampa, in tutta Italia, compresa Mascali, non possono scrivere firmandosi i pezzi che riguardano l’Amministrazione per la quale collaborano da consulenti per l’informazione e la comunicazione. Quanto, poi, alle sue asserzioni alla Travaglio, circa i fatti non scritti nel periodo compreso tra il '98 e il 2008, le sottolineo che nel ’98 non scrivevo neppure su La Sicilia e che il mio rapporto con il Comune di Mascali è iniziato nel 2001 e per i motivi prima descritti forse, qualche altro bravo giornalista e non certo l’addetto stampa, nel caso in cui vi fossero state queste gravi irregolarità amministrative, avrebbe dovuto denunciare quanto da Lei evidenziato. Quindi, la prego, dal mio modesto pulpito, la invito a risparmiarsi la predica, pensi piuttosto a contribuire fattivamente per fare uscire la sua Mascali da questo torpore che ci riporta agli anni ‘80. Anni bui, purtroppo. Riguardo, infine, il fatto che l’articolo sia stato pubblicato in questo blog, non credo debba spiegarle i motivi per cui da corrispondente da Giarre non possa occuparmi di un territorio di non mia competenza professionale. Stia certo che avendo parecchie collaborazioni, anche con testate nazionali, scriverò senza esitazone alcuna su quanto sta accadendo a Mascali, compreso il fatto che l’Italia dei Valori, forse all’insaputa di Di Pietro, sia diventato a Mascali il "megafono" di questa Amministrazione. Peggio. Un supporter.

Mario Previtera