LA SICILIA 16 GENNAIO 2003
E la città di Giarre si svegliò senza il suo sindaco. Il voto alla mozione di sfiducia
al primo cittadino Giuseppe Toscano, si è materializzato ieri mattina all’alba, a conclusione di una lunga seduta consiliare, caratterizzata da colpi di scena ebattute al vetriolo. Una maratona di quasi 9 ore in cui il sindaco, nel congedarsi definitivamente dalla città, ha dato sfogo, in un intervento di quasi quattro ore, alle sue considerazioni sui firmatari di una mozione giudicata, a suo dire, inopportuna e con fini personalistici che nulla hanno a che spartire con la politica. Tutto è cominciato alle 21.15 di martedì sera: aula consiliare gremita di gente per un evento d’eccezione: la mozione di sfiducia che, da precedenti accordi,
doveva essere votata non prima di venerdì 17. E invece, bocciata la proposta del Nuovo Psi di posticipare la mozione per affrontare all’approvazione del regolamento della casa albergo per anziani, si passa al punto n.24 dell’ordine del giorno: la mozione di sfiducia al sindaco. Con una novità sostanziale: il voto immediato del documento. L’aula avverte il «colpo di mano». Si procede subito con il dibattito consiliare. Giovanni Gulisano (Liberalsocialisti), riesce a stento a concludere il suo discorso, quando il sindaco Toscano chiede di intervenire: «Consentitemi di parlare. Concedete al "con-dannato" almeno l’ultimo desiderio: non una sigaretta, bensì la parola». L’intervento non risparmia nessuno. Toscano affonda i suoi primi colpi, dopo un lungo preludio dedicato al Pit Etna e alle in-compiute, partendo dai «nobili interessi» della mozione: «So che l’iniziativa della sfiducia è partita dal gruppo del Nuovo Psi, con la partecipazione di importanti soggetti del mondo della politica e dell’imprenditoria. Tramonta l’astro Toscano-Cantarella, ne sorge un altro: Fichera-Mercurio». Il sindaco prosegue nella sua disamina, sminuendo, sezionando ogni passaggio della mozione. Ricostruisce i diversi momenti politici del Consiglio: «Qualcuno ha fatto anche 6 passaggi: un’esperienza tormentata dalla tempesta del dubbio». Poi passa al «piatto» forte: i piani di lottizzazione e l’adozione del Piano regolatore generale. L’aula comincia a tremare. Sono le 2 del mattino quando Toscano decide di rivelare «altarini sconvenienti»: «Mi sorprende che qualche consigliere lasci la toga di censore del costume per chiedere poi un piccolo favore per qualche familiare. Ho grande rispetto per gli avversari se mantengono la dignità e non si dimostrano questuanti. Non è un mistero svelare a tutti che il consigliere in questione è Jano Tomarchio, (estensore della mozione, ndr.) il quale non ha disdegnato di varcare la soglia del mio ufficio, chiedendomi una attenzione particolare per un parente diretto, affinché quest’ultimo venisse riconfermato presidente del Consiglio di amministrazione della casa di riposo Marano; non sbaglio nell’affermare che lo stesso consigliere, manifestò anche un certo disappunto sulle scelte adottate nell’ambito del Prg, sentendosi "trattato male" dal sottoscritto». «Quello che lei asserisce in aula è falso - ha replicato con durezza Tomarchio -non le ho mai chiesto alcun favore, ancorpiù per un parente; quanto al Prg la delusione che ho manifestato circa le
scelte tecniche operate, rientravano nella mia veste esclusiva di consigliere». Il dibattito si è trascinato sino all’alba: alle 5.15 il voto alla mozione di sfiducia (13 voti favorevoli e 7 contrari) l’atto conclusivo che sancisce la fine ingloriosa dell’Amministrazione Toscano.
MARIO PREVITERA
LE REAZIONI
«Non parlate di mozione di sfiducia per fini politici, è stato solo un atto di sfregio al sindaco Toscano». E’ il primo commento a caldo dell’assessore al Bilan- cio, Salvo Vitale, che per 9 anni ha condiviso la gestione amministrativa con il primo cittadino giarrese. «Di politico in questa mozione non c’è niente, lo stesso documento recita soltanto chiacchiere, non dice nulla di nuovo. Promuovere una mozione a tre mesi dalle elezioni, la dice lunga sul suo reale significato». Si dice, invece, amareggiato il vice sindaco Leo Cantarella che, sino a quando non si insedierà il commissario regionale, reggerà le sorti dell’Amministrazione comunale: «Certo c’è molta delusione, questa mozione per buona parte era indirizzata al sottoscritto, ma sia ben chiaro: intendo spendermi ugualmente per questa città». Intanto, in attesa delle nuove elezioni fissate per maggio, il Comune a breve sarà gestito da un commissario straordinario. «Ho già informato l’assessorato regionale Enti locali della mozione - afferma il segretario generale, Antonino Alberti -; la stessa legge consente però la continuità degli atti indifferibili, che dovranno essere adottati, se ce ne saranno, dalla Giunta presieduta dal vice sindaco. I tempi tecnici di insediamento del commissario, sono di almeno 15 giorni». Sulla mozione interviene il deputato forzista Ilario Floresta: «Ribadisco l’inutilità della sfiducia presentata a pochi mesi dalla naturale scadenza elettorale. Mi riferisco a chi oggi lo sfiducia e ieri era con lui in maggioranza e a quell’opposizione che in 9 anni è stata blanda».
MA. PREV.
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