Giarre nella
morsa del racket delle estorsioni. Da un lato gli attentati incendiari ai danni
delle attività commerciali; dall’altro, l’opera implacabile delle
organizzazioni criminali dedite ai furti d’auto e agli innumerevoli incendi
delle stesse, quando non si riesce a stabilire un “contatto” con le vittime di
turno. Martedi notte, poco prima delle 23, sulla scorta di una segnalazione, i
vigili del fuoco del distaccamento di Riposto, sono intervenuti per spegnere le
fiamme, appiccate da ignoti, che hanno distrutto tre autovetture abbandonate
all’interno di un terreno incolto circondato da ruderi, tra Macchia e
Miscarello. Le auto, una Fiat Panda e una 500 nuovo modello e un’altra Panda di
vecchia generazione, completamente distrutte dall’incendio che ha danneggiato
un albero e una porzione della fitta vegetazione, secondo quanto si appreso,
sarebbero tutte di origine furtiva (sono state asportate a Giarre nel luglio
scorso). Le autovetture, prima di
essere incendiate, sono state in parte smontate, in particolare sportelli,
cofani e alcune parti interne di facile commercializzazione. Quasi certamente
si tratta dell’opera del racket delle estorsioni sulle auto rubate che non
perdona, anche a distanza di qualche mese, come nel caso specifico, quando un
“cavallo di ritorno”, per vari motivi, non va a buon fine. Con l’inesorabile
incendio. Colpisce, poi, la sfida aperta lanciata da questi spregiudicati
piromani che, in tutta tranquillità, raggiungono il luogo prescelto per il
“falo’” senza incappare in nessun posto di controllo dei carabinieri che in
questi giorni, dopo i ripetuti incendi nel quartiere “Pescheria”, hanno
intensificato la vigilanza. Eppure la zona tra Macchia e Miscarello sembra
essere la preferita dalle organizzazioni dedite a questo tipo di attività. Il
12 settembre scorso nelle campagne che circondano la via della Regione è stato
scoperto un altro cimitero di auto rubate: una Fiat Punto, di provenienza
furtiva, è stata prima incendiata e poi lasciata in bilico su un muretto di
cinta. Poco distante, le carcasse
di altre due autovetture, anch’esse rubate.
Mario
Previtera
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